Una mamma single ha rivelato pubblicamente di aver messo il figlio disabile in un'apposita residenza in modo che lei potesse allontanarsi dalla tragica nascita di questo bimbo in condizioni di invalidità gravi e dedicarsi al primogenito. Il suo racconto ha suscitato empatia negli altri utenti di Reddit che, al contrario di quanto potrebbe sembrare, sostengono la sua scelta.
Affrontare una disabilità: la tragica vicenda
Una donna ha parlato, su Reddit, della difficile situazione che sta affrontando in famiglia. Ha un figlio sano di 12 anni e un bambino che è nato con una grave disabilità. Alla coppia i medici avevano detto che il nascituro avrebbe avuto la Sindrome di Down e i due erano disposti a pendersene cura. I problemi sono sorti quando si è scoperto che il bambino aveva qualcosa di molto più preoccupante, in particolare «una delezione cromosomica importante. Il suo disturbo è piuttosto raro - ha raccontato la madre - quindi non scriverò di cosa si tratta di preciso, ma basti dire che questo bambino non sarà mai niente di più di quello che è ora o di quello che è mai stato. E quello che è non è niente. Sembra non avere alcuna consapevolezza e non l'ha mai avuta. I suoi occhi sono bloccati in una posizione, non risponde al rumore, al tocco o al dolore. È sempre sotto qualche cura, alimentato tramite sonda e riceve ossigeno. Indossa i pannolini e lo farà per sempre. Non emette suoni e non tenta di comunicare; non ha mai nemmeno pianto veramente da bambino. Non ha mai tentato di interagire con nessuno o con il suo ambiente». Il marito è morto da ormai 3 anni per un incidente sul lavoro, ma la donna teme che si sia trattato di un suicidio: anche lui stava lottando per venire a patti con la crescita del figlio disabile. La donna, rimasta sola, si è accorta di aver ignorato molti dei bisogni del primogenito di 12 anni pur di occuparsi del nuovo arrivato, che soffre di «crisi respiratorie, ostruzioni fecali, problemi con il tubo gastrostomico, infezioni e piaghe da decubito».
La decisione finale e l'empatia degli altri utenti
«Abbiamo un'infermiera a domicilio, ma solo 20 ore a settimana perché non abbiamo diritto a più tempo». La donna ricorda che il marito lavorava fino a tardi per poter affrontare le spese delle cure sperimentali (non coperte da assicurazione) e ammette che avrebbe interrotto la gravidanza se avesse conosciuto davvero ciò a cui stava andando incontro. Il defunto compagno era «stanco, sconfitto e deluso» e la coppia aveva cercato di ottenere aiuti, consulti e sostegno, ma senza successo. Lui, però, non aveva avuto il coraggio di scegliere una struttura in cui lasciare il bambino, lei invece sì e lo ha fatto. «Voglio solo non pensare mai più a lui e non mi dispiace», ha concluso la donna. Su Reddit, i lettori la hanno sostenuta, condividendo le loro esperienze con la disabilità. Una persona ha raccontato di aver lavorato «10 anni in una residenza per persone con bisogni speciali, alcuni molto gravi. Tutte le situazioni sono diverse e ho visto con i miei occhi famiglie che erano semplicemente migliori grazie alla nostra struttura. Dunque non provo nessuna vergogna per te». Un altro messaggio recita: «Questo caso è esattamente il motivo per cui le istituzioni statali devono esistere. Deve esserci un posto per persone come queste. Concentrati sul primogenito, con cui puoi avere un futuro».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Aprile 2024, 20:51
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